Due giorni fa mi è stata posta per l’ennesima volta la domanda:
“Com’è essere una donna alla guida di una realtà prettamente maschile, dove non solo il pubblico è fatto di uomini, ma anche lo staff con cui lavori è composto principalmente da uomini?”
Lì per lì ho blaterato qualcosa di molto educato tipo: “Ha i suoi pro e i suoi contro, ma alla fine quello che conta è fare le cose con passione”.
Ma sono due giorni che la mia testa continua a pensarci e qui se vi va vi spiego quale penso sia la reale ed unica risposta da dare a questa domanda.
La mia più grande fortuna nella vita sono convinta sia sta quella di nascere da due genitori emancipati e progressisti, che in anni passati si sono trovati ad affrontare situazioni personali che ora noi diamo per scontate ma che ai tempi erano in qualche modo “avanguardistiche”.
Sono figlia di un amore nato tra un uomo separato in casa e una donna nubile, che si sono conosciuti nel 1972.
Quando la donna in questione aveva 38 anni, e anche se lavoratrice, autonoma e con una discreta carriera nel suo ambito quotidianamente si trovava a dover giustificare il suo essere ancora una “zitella”. L’uomo in questione, invece, doveva fronteggiare il fatto che porre fine un matrimonio (anche se i due coniugi avevano capito che il loro amore era finito) comportava una serie di giudizi, perché il divorzio a livello legale era stato introdotto solo da 1 anno e mezzo in Italia.
Mia madre è una donna tenace, seria e determinata, che ha avuto un padre, come il mio, che, a sua volta, gentile ed attento, le ha spiegato sin da piccola che non avrebbe mai dovuto accontentarsi, ma cercare di avere il massimo che la vita potesse darle, in soddisfazione personale e affetti.
Mio padre un uomo nato umile, che ha subìto per primo il trauma di avere un padre prepotente e padrone, vedendo la sofferenza di sua madre ogni giorno crescere, e che ha capito perciò che questo atteggiamento misogino era sbagliato e crudele.
Questo mix ha fatto sì che tra i valori che mi sono stati passati per osmosi dalla nascita ci fossero: libertà, autonomia ed eguaglianza, con un grande punto fermo: per arrivare alla mia libertà persone prima di me hanno dovuto scalare preconcetti e lottare per andare avanti e creare un mondo più giusto con i loro gesti quotidiani.
Ora in questi anni di lavoro tra gli uomini sono state tante le cose successe.
Ci sono stati momenti in cui ho avuto il piacere di conoscere uomini gentili, attenti e consapevoli che stessimo parlando allo stesso livello e con pari competenze, o che magari io potevo averne anche di più, ma ci sono stati anche uomini presuntuosi, arroganti e prepotenti, e indimenticabili come quel signore che mi ha detto “sa lei dovrebbe sorridere di più quando è in cassa, perché una donna sorridente è sempre piacevole” (provate a girarla al maschile questa frase, sono sicura concorderete con me che diventi una barzelletta).
Ci sono stati momenti di imbarazzo, momenti in cui nella testa ti gira solo una frase “ora questo genio come lo rimetto al suo posto educatamente e facendogli capire che è un beota?”.
Le donne sono intelligenti, decise, veloci e capaci di fare e gestire molte, ma proprio molte, cose in contemporanea, e la loro caratteristica più determinante è che secondo me sono già oltre le cose che stanno accadendo, perché nella loro storia hanno sempre dovuto comprendere la conseguenza delle azioni, perché capire al volo ciò che può accadere dopo serve a reggere, veicolare e gestire al meglio quello che accade nel presente.
Uomini e donne si dica appartengano a due pianeti diversi e la diversità è stimolante e serve per crescere, ma anche se i pianeti sono distanti e lontani, devono avere sempre una base: la parità di diritti dei suoi abitanti.
Sapete la verità?
Non c’è cosa più appagante da donna di poter parlare con uomini che ti considerino al proprio livello, che siano attenti alla tua persona, che abbiano voglia di capire il tuo punto di vista.
Quando questo succede, quando c’è questo confronto ad armi pari si va avanti, e questo per accadere ha bisogno che non esistano preconcetti di diversità di genere.
Io sono profondamente convinta che l’educazione giochi un ruolo fondamentale nella vita di ogni bambino, e questo non vuole dire indottrinare, ma agire, perché i bambini imparano dai nostri gesti e modi di fare. La società sta andando avanti, quest’anno tra tutte le disgrazie, è stato eletto un nuovo vice presidente degli Stati Uniti, donna.
Dobbiamo avere pazienza e perseverare, perchè il mondo per fortuna è già oltre ogni tipo di preconcetto retrogrado che hanno dovuto affrontare le donne fino ad oggi.
Ci sarà un giorno in cui la domanda “com’è essere una donna alla guida di una realtà prettamente maschile etc?” Non verrà nemmeno più posta perché sarà scontato che una donna possa essere alla guida di uomini, come scontato ora è che possa essere viceversa.