Enzo Jannacci, cantautore, cabarettista e attore, può a buon diritto essere considerato un simbolo della città di Milano.
E la sua musica, dagli anni ’60 in poi, ha certamente aiutato a far conoscere Milano, anche a chi non ci è nato ma ci è venuto e ci è rimasto, come Franco Bompieri, di cui oltre che cliente divenne ben presto amico.
I ricordi legati a lui sono molti, tra i tanti il fatto che fosse una persona timida e capace di raccontare con la sua musica la Milano di metà secolo scorso che si era rialzata dopo la guerra.
Carismatico, serio e vero, riusciva a raccontare del passato essendo sempre attuale.
Enzo Jannacci è nato i primi di giugno e quando possibile si andava sempre alle sue feste, piene di allegria, sorrisi e musica.
Quando veniva in barbieria non era per tagliare solo i capelli, ma principalmente per il trattamento con la candela e anche perché amava farsi grattare la testa: aveva un pettinino suo, che era riuscito a recuperare in uno dei suoi viaggi, dai denti durissimi, che chiedeva a Franco o chi per lui (negli ultimi anni lo serviva Giordano ) di sfregare senza paura sulla sua testa durante il lavaggio, perché così poi la lozione penetrava meglio e poi si sarebbe sentito “alleggerito da ogni pensiero”.
Era un uomo simpatico, solare e anche malinconico.
A testimonianza della grande amicizia e stima che esisteva tra Franco ed Enzo, esiste una canzone inserita nell’album “Come gli aereoplani” del 2001, che si chiama “Ti luna“, che altro non è che una poesia di Bompieri, presente nel suo libro “Augusto di Setteprati” del 1984.